martedì 22 gennaio 2008

Per un’Agenda territoriale
dell'est ticino


Premessa

Anche nella nostra zona (magentino-abbiatense), la sinistra è un mondo variegato di soggetti (gruppi politici e associazioni, sindacati, cooperative, riviste, movimenti…) che, a differenza di quelli che compongono la destra, non si vedono l’un l’altro come alleati e non agiscono in modo coordinato.
Il nostro scopo è di mettere in rete almeno buona parte di tali soggetti, cooperando territorialmente e agendo congiuntamente per rivitalizzare la sinistra.

Ciò significa:
a) promuovere connessioni tra politica e movimenti per un’agire organizzato, anche attraverso strumenti di comunicazione che aiutino a superare frammentazione e separazione, in particolare, dotandosi di un sito web che diffonda anche l’attivismo politico (netroot);
b) organizzare iniziative comuni di (auto)formazione politica;
c) attivare campagne tematiche e favorire l’elaborazione partecipata di un’Agenda strategica territoriale.

Reinventare la politica è l’esigenza del XXI secolo. Le attuali pratiche e teorie per la trasformazione della società (“un altro mondo è possibile”) risultano inadeguate e devono essere ripensate, nel contempo valorizzando il patrimonio più importante ereditato dal ‘900: le esperienze del movimento operaio e dell’ecologismo, alla luce del femminismo e cioè della presa d’atto di una differente forma di soggettività per donne e uomini: quella del soggetto sessuato.

La direzione di marcia è verso un nuovo socialismo, tenendo conto dei fallimenti ma anche del patrimonio politico che ci consegnano gli ultimi due secoli:
· i modelli di sviluppo e di consumo vanno ripensati alla luce della limitatezza delle risorse e della necessità di debellare la fame e promuovere la pace tramite la non violenza e la giustizia sociale (benessere della sobrietà); l’Europa può costituire un modello sociale diverso da quello americano o cinese;
· i modelli di potere patriarcale vanno rimessi in discussione alla radice;
· i beni comuni - ambientali (aria, acqua, energia) e sociali (salute, casa, educazione, assistenza, cultura e conoscenza) – vanno resi accessibili a tutti, gratuitamente o a prezzi svincolati dal mercato;
· il lavoro va affermato, assieme al diritto di sciopero, come diritto fondamentale della persone (vivificando il processo di liberazione del lavoro e dal lavoro) nella Costituzione europea e per uno Statuto dei lavoratori europei;
· le libertà individuali e quelle collettive devono essere garantite dai diritti e dalla laicità dello stato, che si evolve attraverso lo sviluppo della democrazia permanente; l’uguaglianza deve coniugarsi con la differenza e la diversità; uno spirito di fratellanza (derivante dalla consapevolezza che lo sviluppo della tecnica e la possibilità di modificare profondamente la natura ci legano a un destino comune) è il presupposto del pieno sviluppo delle libertà e dell’uguaglianza;
· lo spazio europeo dev’essere libero da eserciti stranieri; il cielo d’Europa dev’essere libero da armi e scudi spaziali;
· la politica necessita di un’etica della responsabilità, consapevole della finitudine dell’essere umano, ma anche di un’etica del viandante (“camminare domandando”);
· per rifondare la sinistra occorre legare a nuove prassi nuove teorie, evitando schemi validi una volta per tutte e adottando le armi permanenti della critica; il socialismo del futuro sarà pluralista (con necessarie forme di controllo e limitazione dei poteri) o non sarà.
Introduzione

I prossimi anni sono decisivi per la struttura socio-economica del nostro territorio. L’ovest milanese, stretto tra il polo fieristico Rho-Pero e quello aeroportuale di Malpensa, rischia di diventare una periferia degradata dell’area metropolitana. Col “Corridoio 5” (una via europea di trasporto da Lisbona a Kiev, passando da Milano) ci sarà un’invasione di merci di transito, che può compromettere il nostro benessere. Grandi infrastrutture, magazzini, TIR, TAV, motel, ristoranti e centri commerciali, potrebbero stravolgere le vocazioni del territorio. L’est Ticino diventerebbe un enorme “autogrill”, soffocato dal traffico e dai traffici, con paesi dormitorio, pochi posti di lavoro e di bassa qualità. La prospettiva “turistica consumistica” è subalterna a questo scenario indesiderabile. Già da tempo la speculazione ha intrapreso la “conquista del west” (quasi l’80% del nostro territorio non è urbanizzato), producendo un peggioramento delle condizioni di vita: proprietà fondiaria e operatori immobiliari determinano le quantità edificatorie, le funzioni e le scelte progettuali dei comuni.
C’è un’alternativa: un’area metropolitana milanese policentrica, che valorizzi il territorio e le diversità economiche e culturali per un assetto urbano equilibrato, che investa nella conoscenza e nell’innovazione produttiva per un lavoro buono. Un tentativo avviato dalla nuova Provincia di Milano, ma con contraddizioni e incongruenze, a fronte di una Regione che subordina la pianificazione urbanistica agli interessi della grossa speculazione privata.
Nel XXI secolo serve tornare a ripensare lo sviluppo alla luce dei limiti che la natura rivela e che il principio di precauzione suggerisce. Serve un Progetto per una società locale sostenibile. Per ritornare al futuro.
Non si ricomincia da zero. Ricominciamo da tre.


Finalità, principi, obiettivi.

1. FINALITÀ

Finalità dell’azione pubblica è prendersi cura delle persone e dell’ambiente; affinché l’obiettivo di un buon vivere insieme avvenga nella libertà solidale occorre:

§ affermare il ruolo decisivo dell’intervento pubblico per assicurare il benessere della collettività e garantire i diritti delle persone (sostenere di più chi ha meno per dare uguali possibilità; garantire il soddisfacimento dei bisogni essenziali);

§ promuovere una società locale sostenibile anche per dare speranza alle nuove generazioni (vivere bene invece di avere molto; ridurre l’uso della natura; restaurare gli elementi costitutivi del territorio, naturali e storici).

2. PRINCIPI

A. L’interesse pubblico, generale, sta nel ricerca del bene comune e non nella somma degli interessi privati. Occorre agire in modo responsabile dal punto di vista etico, sociale e dell’ambiente.

B. Il benessere di lungo periodo della comunità locale non va sacrificato alla soddisfazione di esigenze contingenti. Occorre valorizzare il capitale sociale (educazione e formazione, capacità di intraprendere) e fisico (suolo fertile, acque, vegetazione) della comunità locale.

C. La democrazia partecipativa migliora la qualità della vita, in quanto aumenta la consapevolezza dei cittadini. Occorre un intervento pubblico capace di ascoltare prima di decidere e di aiutare a fare (sussidiarietà circolare cittadini-istituzioni).

3. OBIETTIVI

3.1. Valorizzare il territorio e attuare uno sviluppo urbanistico equilibrato:

§ salvaguardia integrale delle zone agricole e rivalorizzazione dei fontanili per un’agricoltura ecocompatibile (filiera corta);
§ politica per il diritto alla casa (edilizia pubblica almeno al 10% del totale; contratti d’affitto calmierati; Ici minima sulla prima casa);
§ coordinamento intercomunale della pianificazione territoriale;
§ limitazione delle conurbazioni e governo di quelle esistenti;
§ recupero conservativo dei centri storici (basata sul metodo dell’analisi tipologica) e tutela degli edifici storici;
§ tutela e qualificazione dei piccoli negozi di vicinato e dell’artigianato;
§ misure di controllo sociale e ambientale dei grandi insediamenti industriali e commerciali;
§ riorganizzazione della mobilità con criteri di razionalità socio-ambientale, incentivi all’uso del mezzo pubblico e percorsi pedonali/ciclabili protetti;
§ misure nuove per la sicurezza in casa e per strada (rafforzare i legami sociali).

3.2. Salvaguardare i beni comuni:

§ creazione di bacini unificati di servizi infrastrutturali e primari, con proprietà pubblica delle reti di acqua e gas, e tariffe sociali;
§ promozione del risparmio energetico;
§ promozione del recupero e riutilizzo dei rifiuti, per ridurne la quantità (cui vincolare la tariffa per raccolta e smaltimento);
§ garanzia di accesso per tutti e con tariffe contenute ai servizi sociali essenziali (asilo nido, servizi scuola, RSA anziani, ecc.), sotto la responsabilità degli enti locali, singoli o associati;
§ iniziative per potenziare i servizi pubblici sovracomunali (trasporti e sanità locali).

3.3. Promuovere una società della conoscenza e una società civile aperta, equa e solidale, ricca di opportunità per tutti:

§ potenziamento delle scuole (più aule e laboratori);
§ contributi all’innovazione educativa e agli interventi multiculturali e per la pace;
§ incentivi alla formazione permanente e alla qualificazione dell’associazionismo culturale, sociale e sportivo (educare alle relazioni interpersonali);
§ autogestione di spazi giovani (coltivare talento) e anziani (seminare esperienza).

3.4. Rinnovare il ruolo degli enti locali come rappresentanti primari delle comunità locali:

§ nuove forme di partecipazione popolare (bilancio partecipativo, consulta migranti, progettazione partecipata, consiglio comunale dei ragazzi ecc.);
§ nuove regole per un’etica pubblica che eviti l’intreccio tra affari pubblici e privati e riduca le distanze tra amministratori e amministrati;
§ formazione degli amministratori per sviluppare le capacità di visione strategica, e formazione del personale comunale per migliorare i servizi ai cittadino, quali portatori di diritti.

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